Traduzione Integrale e Commento degli Yoga Sutra di Patanjali
In questo seminario si prosegue con lo studio della seconda parte del Vibhuti Pada di Patanjali, in cui sono spiegate le tecniche Yoga attraverso le quali si arriva progressivamente al pieno controllo e alla profonda conoscenza del proprio corpo e degli strumenti psichici.
In questo percorso si sviluppano potenti facoltà extrasensoriali.
Esercitando infatti il samyama (concentrazione, meditazione e samadhi) su differenti elementi e sensi, si producono trasformazioni, parinama, a livelli psichici sempre più profondi, tanto che lo yogi può ottenere: conoscenza del passato e del futuro, di ogni linguaggio, delle nascite precedenti, della mente altrui; il potere di rendere o di rendersi invisibile; la conoscenza del sottile, del nascosto, del distante; la cessazione della fame e della sete, la visione superiore fino alla conoscenza e realizzazione del purusha, ovvero chi si è realmente, la coscienza allo stato puro, il testimone dei fenomeni.
In ciò invero consiste il fine dello Yoga: il risveglio alla comprensione della propria nitya svarupa, la propria forma ontologica eterna e spirituale, libera da ogni condizionamento e sofferenza.
Patanjali spiega chiaramente che lo sviluppo delle percezioni extrasensoriali o siddhi (perfezioni), se acquisito come fine a se stesso e non finalizzato a tale scopo, diventa pericoloso e persino letale per il progresso spirituale, poiché fa persistere nell’identificazione con ciò che non si è (corpo e mente), dunque lo yogi deve imparare ad abbandonare anche l’attaccamento per le cosiddette siddhi se davvero desidera la liberazione.