Qualsiasi umano dovrebbe interrogarsi sul proprio conto: chi sono io?
Infatti, è esperienza di molti percepire una pluralità di punti di vista che si agitano nel campo della psiche.
Pluralità che può ridursi alla diade dell’ego e del sé, dell’io storico e dell’essenza spirituale.
La società contemporanea propone un sistema di aspirazioni individuali predefinito e convenzionale, imperniato su una visione superficiale e inconsistente della vita e poco rispondente agli scopi reali delle persone.
Queste, in gran parte proiettate sulla loro immagine esteriore, sono propense a far propri scopi convenzionali e a perseguire con tutte le risorse successi che si riveleranno immancabilmente inappaganti.
La conseguenza sarà un senso di self failure, di smarrimento e sfiducia nei confronti di se stessi.
La civiltà indo-vedica identifica due attitudini nelle scelte che siamo quotidianamente chiamati a compiere: propendere per ciò che è più gradito (preyas) o di maggior beneficio (shreyas).
Preyas corrisponde al beneficio apparente ed effimero.
Shreyas è quel conseguimento reale che attiene al baricentro della personalità e che restituisce senso alla nostra esistenza.
La scienza dello Yoga ci insegna a scegliere consapevolmente, per realizzare la nostra natura di Eternità, Consapevolezza, Felicità e Amore.