Oggi il termine felicità, come numerosi altri, non viene inteso nella profondità del suo significato, bensì accostato a situazioni e stati d’animo che non lo rappresentano degnamente. Come affermava Sofocle “prima condizione della felicità è l’esser saggi”; la felicità, infatti, in quanto bene prezioso non può essere conseguita a buon mercato, ma necessita, per essere veramente ottenuta e vissuta, di fondarsi su alcuni presupposti. Per diventare felici ci si deve assumere l’onere di modificare il nostro modus vivendi ed operandi, sviluppando conoscenza e virtù (onestà, compassione, bontà, generosità, purezza, distacco, capacità introspettiva…) e ripristinando una relazione d'Amore con Dio e con tutti gli esseri, come insegna la Tradizione della Bhakti; viceversa l’ambita felicità è destinata a rimanere una chimera, o solo “un’ombra che subito precipita”.
Viaggio attraverso varie ideologie, concezioni e dottrine che nei secoli hanno concorso ad orientare l’uomo verso l’insopprimibile ricerca della felicità: da Jeremy Bentham a S.Tommaso, da Epicuro agli Stoici, da Seneca alla Bhagavad-Gita e al Bhagavata Purana, dalla tradizione musulmana a quella cristiana, ebraica, Buddhista e Vedico-vaishnava. Inoltre molte le opere citate di riferimento: Upanishad, Samhita, Bibbia, Corano e numerosi classici greci e latini.