Sia nella Bhagavad-Gita sia nella Divina Commedia, entrambi i protagonisti si troveranno a vivere il viaggio più grande che ogni uomo dovrebbe aspirare ad intraprendere: la scoperta della propria reale identità e della propria reale dimensione.
La Commedia, superati i livelli letterale, metaforico e morale, si apre al lettore più attento sul piano più alto: quello spirituale. E’ qui che Dante scrive e si interroga sul senso della vita, rivelando la sua natura che potremmo definire profetica.
Allo stesso modo la Bhagavad-Gita ci porta ad una visione del mondo così ben armonizzata e oltre alla dualità che lo contraddistingue, da mostrarci il metodo più appropriato per poter giungere all’ottenimento più grande: una Conoscenza che ci salva e che induce in noi il senso della Libertà.
Ecco così che lo studio delle due opere ci viene offerto comparato da Marco Ferrini (Matsyavatara das).