Dai grandi testi sacri della sapienza indiana, si apprende una verità che oggi ai più può apparire sconcertante: la paura della morte si supera morendo! Il dipartito, infatti, si rende conto che la morte era uno spavento indotto, perché la morte c’è stata ma lui non è morto. E scopre che i problemi non risolti in vita sono quelli che perdurano anche nel post mortem.
Le cause dell’incarnazione, infatti, sono le dipendenze che l’essere ha contratto nel proprio rapporto con la Natura (prakriti) ed il migrare nel post mortem è tracciato dalla qualità dei pensieri e dei desideri che la persona ha coltivato in vita.
E allora chiediamoci: in questa vita, quale musica che è nelle nostre corde non abbiamo ancora suonato? Quali sono i numeri che avremmo voluto giocare ma che ancora non abbiamo giocato?Qui ed ora dovremmo impegnarci a scolpire i nostri desideri in modo evolutivo perché, nella metafora del viaggio che è la nostra vita, essi sono i veicoli sui quali ci muoviamo e che, al momento della morte, ci traghetteranno nell’altra dimensione.