Paura di vivere è paura di morire.
Nasce dalla perdita progressiva del senso della vita.
L’essere umano è incastrato in un paradosso, nell’apparente contrapposizione tra la sua natura di terra e la sua natura di cielo. Negare le esigenze della nostra umanità per scivolare in una spiritualità astratta non è altro che una fuga dalle nostre responsabilità. Allo stesso tempo, ignorare la nostra essenza divina in nome di un trionfalismo tutto umano è causa di smarrimento e profondo disagio interiore.
Nascita e morte, come ci insegnano i veggenti dello Yoga, sono i passi con cui scandiamo il cammino nel corso della nostra eternità.
La percezione sensoriale non ci permette di cogliere la realtà che soggiace al farsi e disfarsi dei corpi e rischiamo così di identificarci con quel che non siamo.
Riscoprire la nostra natura spirituale originaria ci permette di vedere oltre le apparenze cangianti delle strutture della materia, di superare ogni malessere e fobia, e di avanzare spediti verso la meta ultima dell’Amore divino, la Bhakti.