Come la preghiera e le relazioni serene anche il cibo è una via per raggiungere il sé. Il cibo non è solo fonte di piacevolezza è bensì nutrimento per lo spirito in quanto ricollega l'individuale all'universale. Esso può guarire o avvelenare; può renderci gioiosi, attivi, propositivi oppure tristi o collerici; per questo occorre fare attenzione a cosa si sceglie di mettere nel piatto.
Un cibo che non è frutto di dolore ci ricollega al nostro sé perché può essergli offerto. L'attitudine ad offrire è, di per sé, un filtro che libera, che consente di cogliere la differenza che intercorre tra nutrire e mangiare e, quindi, di liberarci dall'egoismo che calpesta tutto e tutti.