“Yoga è equanimità”, afferma Kṛṣṇa nella Bhagavad-gītā (II.48).
La società odierna è pervasa da una dilagante crisi valoriale che, per definizione, implica una incapacità delle persone a valutare sé stesse, gli altri e i rispettivi comportamenti. Questa perdita di punti di riferimento è il substrato su cui prolificano squilibri e sofferenze.
Valutare significa riconnettersi alle virtù essenziali che incardinano l’universo, e commisurare a queste le persone e i fenomeni che ci si pongono davanti. È un processo sano, naturale e imprescindibile.
Equanimità significa mantenersi distaccati dalle oscillazioni che caratterizzano l’esistenza incarnata; perseguire la via di mezzo, lì dove, secondo i latini, dimora la virtù. È sinonimo di mitezza, senso di misura, e permette di giudicare con giusto criterio, oltre condizionamenti e pregiudizi.
Il counselor è amico nel senso del termine sanscrito mi-tra, “colui che ci aiuta a valutare e costruire” e che, in forza di un modello etico eterno e universale, aiuta il cliente a integrare la sua visione di ciò che è intorno e dentro di lui. Funzione ancor più preziosa nel contesto di una società disgregante che annienta il confronto condiviso tra le persone.
Marco Ferrini ci invita a ristrutturare il nostro paesaggio interiore attraverso insegnamenti e tecniche di visualizzazione che favoriscono lo sviluppo di un’immagine di noi stessi, aderente alla nostra natura profonda spirituale e di un modello comportamentale corrispondente.