Il fine dell’uomo è la Felicità. Una Felicità che, pur appartenendoci come condizione originaria, rappresenta il frutto di un’ardua conquista nel campo della nostra coscien-za, presidiata a vista dai mostri della bramosia, della collera e dell’avidità. La Felicità può essere percepita solo in armonia con la voce della coscienza che deve sgorgare liberamente, avendo vinto tutti gli ostacoli di una mente distorta.
Infrangendo le leggi che regolano l’eterno odine etico universale (dharma) ci priviamo del naturale accesso a questo stato essenziale, che risponde ai principi luminosi di onestà, di lealtà, di solidarietà e di alta moralità. Ognuno ha una propria personale via alla Felicità? Cosa fare quando la propria ricerca della Felicità si scontra con i bisogni e le pretese altrui?In che modo la persona può individuare i propri talenti e attraverso di essi esprimersi e realizzarsi?
Da Aristotele a Dante, da Tommaso d’Aquino a Michelangelo, dalla Bhagavadgita ai temi scottanti della società odierna, il tema della Felicità viene sviluppato in maniera eclettica, con un excursus che abbraccia Oriente e Occidente. La Felicità va conquistata con la sapienza e con l’amore per la sapienza. E’ un Bene che, nella misura in cui lo abbiamo raggiunto, dobbiamo mantenerlo e rinnovarlo ogni giorno. La Felicità è una conquista continua.