La Bhagavad-gita è un’opera che è patrimonio di indicibile valore per l’umanità tutta.
Nella Gita è Dio che parla, che si descrive, che racconta di sé, che rivela la sua natura, le sue manifestazioni di terra e di cielo.
Il settimo e l’ottavo capitolo di questa grande opera, che qui vengono commentati strofa per strofa, colpiscono soprattutto per la perfetta rappresentazione che offrono dell’aspetto immanente e trascendente di Dio.
Da Lui, spiega la Gita, provengono sia la materia che lo spirito, che infine confluiscono e si ricongiungono nella medesima suprema realtà da cui hanno origine.
Tale visione supera ogni dicotomia creata dal pensiero umano condizionato, permettendo di realizzare quel supremo connubio tra terra e cielo che è chiave essenziale per la propria auto-realizzazione e per lo sviluppo della fede: fede che pensa, fede che agisce, fede che ama.