Avere cultura significa essere in grado di cogliere da qualsiasi tradizione ciò che ha valore, e assimilarlo.
La pedagogia dell’India classica è imperniata su valori universali e può ispirarci, anche oggi, a una rinnovata comprensione della relazione archetipica tra maestro e discepolo.
Il guru è colui che guida il discepolo nel viaggio alla ricerca di se stesso, risvegliandolo al fine ultimo e scopo della vita.
La scoperta della propria reale identità rappresenta la più grande ricchezza, che può essere conseguita solo a seguito di una perfetta armonizzazione della sfera emozionale e di quella logico-razionale della persona.
Cultura e natura, conscio e inconscio, pensare e sentire, cooperano in questo processo.
Lo strumento fondamentale è l’amore, l’unica forza che permette al maestro di giungere al cuore del discepolo, ispirandolo a superare i propri limiti e a sviluppare le qualità spirituali.
L’amore è un bene concreto, che può essere condiviso solo da chi lo possiede e che può essere conosciuto solo da chi lo ha ricevuto.
Maestro autentico è colui che dimora nella conoscenza e offre un coerente e impeccabile modello di condotta, fondato su un’incondizionata benevolenza e su una chiara competenza nello svolgimento del suo alto magistero.
Marco Ferrini ci presenta un ulteriore aspetto della cultura vedica, con l’intento di sempre di fornirci strumenti efficaci per trascendere l’io condizionato e approdare alle sorgenti del sé.