Vedere noi negli altri e gli altri in noi, e tutti in Dio: è il modo per riuscire ad edificare buone relazioni. Secondo presupposto indispensabile: non rimpiangere quel che abbiamo fatto per gli altri. Perché possediamo solo ciò che abbiamo dato. Krishna dice nel dodicesimo capitolo della Bhagavad-gita: “Coloro che sono amichevoli verso tutte le creature, mi sono molto cari”.
La figura opposta è l’avaro: colui che è chiuso in se stesso e limita la propria vita ad una piccolissima nicchia che si è scelto ed auto-imposto. L’avaro è quella persona che costruisce un forte per difendersi dagli altri, ma alla fine si trova imprigionata dentro quelle mure che pensava la proteggessero. Se il principio di inimicizia rimane dentro di noi, inutile arroccarsi. Alla fine, quando la persona si risveglia, realizza che non ha fatto altro che arroccarsi contro se stessa. Nella parte dedicata a domande e risposte, sono stati affrontati anche i seguenti temi:
- Cosa fare quando un rapporto si blocca e si inaridisce.
- Quali sono le caratteristiche di un amore autentico e cosa lo distingue da un amore non fondato spiritualmente.
- Si nasce avari o lo si diventa?