I conflitti non risolti rovinano le relazioni.
Per poterli superare occorre innanzitutto:
1) prenderne consapevolezza (non rimuoverli);
2) osservare e analizzare attentamente le dinamiche in atto, separando i fatti dalle opinioni;
3) assumerci le responsabilità che ci competono per gli errori commessi;
4) intraprendere con umiltà, fiducia e pazienza un processo di ricostruzione.
Ma i conflitti che ci vedono contrapposti agli altri non si risolvono se prima non abbiamo superato le nostre conflittualità interiori.
Eraclito affermava: non ci sono demoni che opprimono gli uomini. Quel “daimon” è in realtà il carattere delle persone.
Il temperamento non è dato da un Dio nevrotico. Ognuno sceglie il proprio carattere, e così il proprio destino, in base a come agisce, spiega Platone con il mito di Er.
Siamo gli attori ed anche i registi della nostra vita.
Consideriamo tuttavia che nessun errore è irreparabile.
Ogni uomo è un mondo a sé, un territorio inesteso fatto di vette e precipizi.
Anche quando osserviamo i suoi precipizi, mai dimentichiamoci delle sue vette.
Per i limiti intrinseci all'umanità, occorre fare esercizio continuo per calare i valori dell'Assoluto nel relativo, e questa è la via che conduce all’armonia con noi stessi, con gli altri, con ogni forza universale.
Come riuscire a raggiungere questo obiettivo?
Cosa demolisce e induce la tendenza a confliggere?
Quale tipologia di comunicazione genera armonia e quale invece crea muri e barriere?
Qual è il confine tra la nostra assunzione di responsabilità e quella altrui?
Questo ascolto rappresenta una efficace guida pratica alla risoluzione dei conflitti.