Il coltivare intenzioni, pensieri, emozioni e sentimenti nocivi come invidia, odio, rancore, vendetta o simili, oltre che generare pensieri disturbanti nella propria psiche, attraverso l’inconscio collettivo nel quale siamo tutti in rete, li ingenera anche in coloro cui tali sentimenti negativi sono indirizzati, i quali, a loro volta, consciamente o inconsciamente, reagiranno rinforzando emozioni e sentimenti simili e dunque il mittente riceverà un danneggiamento di ritorno, virtualmente all’infinito.
Ecco perché in presenza di un pensiero disturbante, per eliminarne le molteplici conseguenze indesiderate, è opportuno meditare su pensieri opposti.
E perdonare! La persona, coltivando la visualizzazione di attitudini costruttive verso se stessa e gli altri, svilupperà gradualmente il principio di non nuocere a chicchessia (ahimsa) e uscirà così dalla prigione della mente inconscia condizionata, liberandosi anche dal doloroso senso di colpa per aver diversamente coltivato una volontà distruttiva e lesiva – direttamente o indirettamente - verso altri.