"Tutte le volte che inganniamo qualcuno, abbiamo ingannato noi stessi. Gli errori degli altri ci aiutano a riconoscere quegli errori presenti in noi stessi".
"Se vogliamo vivere bene in questo mondo e ascendere ad un livello di coscienza superiore, dobbiamo imparare a perdonare. Come tutte le virtù, anche il perdono deve essere praticato a lungo affinché possa diventare un nostro patrimonio stabile".
"La vittima si libera dal boia solo attraverso il perdono. Solo il perdono ci permette di liberarci da chi ci ha irretito, condizionato, offeso".
"Chi opera valorizzando gli altri, è dagli altri valorizzato. Il dharma, l'ordine divino, gestisce le energie cosmiche e chi sostiene il dharma, è dal dharma sostenuto".
"E' importante realizzare appieno le nostre potenzialità umane, ma ciò al fine di renderle propedeutiche alla nostra evoluzione spirituale. Solo in questo modo potremo non privarci di quella luce splendente che è la nostra divinità interiore, la nostra dimensione spirituale, il collegamento con Dio. Solo in questo modo potremo realizzarci davvero, perché noi – nella nostra natura profonda - non siamo esseri umani: siamo esseri spirituali!"
"Perdonare significa rinunciare all'idea che il passato avrebbe potuto essere migliore".
"Vivere nel rimpianto significa rimanere schiavi del passato. Dovremmo vivere il presente e il passato con gratitudine, accettando quel che è avvenuto come una lezione che dovevamo imparare. Chi vive lo spirito di compassione, non ha nemici e non è condizionato da quel che gli altri dicono o fanno".
"Tra ciò che abbiamo ricevuto è utile ricordare il bene e, ancora più importante, dimenticare l'offesa".
"Il perdono non implica diventare complici di chi ha sbagliato. Il perdono dell'errore non è sinonimo di accettazione dell'errore.
Riconoscere i condizionamenti degli altri, di cui gli altri non sono consapevoli, dovrebbe essere uno stimolo per prendere coscienza di quei condizionamenti di cui soffriamo noi e di cui non siamo coscienti. Gli altri ci fanno da specchio: ci aiutano a guardare meglio dentro noi stessi".
"Imparare a perdonare gli altri, invece che accanirci contro di loro, ci aiuta a superare le nostre debolezze".
"Non possiamo imparare ad accettare noi stessi se non accettiamo gli altri. Accettare non significa diventare complici, ma capire che la persona richiede un po' di tempo per correggersi, trasformarsi, migliorarsi. Accettare non significa essere passivi o senza discernimento; se così fosse, rimarremmo agganciati al karma altrui e non potremmo essere di beneficio per nessuno".
Questi insegnamenti ci aiutano a librarci in volo, ad avvicinarci alla nostra natura profonda, spirituale, a vedere oltre la coltre delle apparenze, oltre i limiti e le sofferenze prodotte dai condizionamenti.