La donna e l’uomo contemporanei sono oramai assoggettati al pensiero logico-razionale, che s’impone con arroganza come sommo parametro per l’acquisizione della conoscenza e per l’elaborazione delle esperienze. Questa prospettiva, impedisce sempre più agli esponenti della nostra epoca di vivere con pienezza e sobrietà la fondamentale sfera cognitiva e percettiva che fa capo alle emozioni, al sogno, all’immaginazione, e che, in ultima analisi, è strumento essenziale per la reintegrazione della consapevolezza e l’esperienza della nostra natura superiore.
Il Mahabharata si offre come sintesi eccelsa di ragione e sentimento, che veicola i suoi insegnamenti attraverso il linguaggio del mito e della metafora. Insegnamenti eterni che, se adeguatamente intesi, trascendono ogni delimitazione di tempo e di spazio e si affermano come universali. Ascoltando queste antiche narrazioni, possiamo comprendere la lungimiranza dello sguardo che quest’opera grandiosa e straordinaria ci invita a sviluppare. Lungimiranza che si fonda sul distacco dagli accadimenti e dagli interessi ristrettamente mondani, e dallo spostamento del nostro fuoco di interesse in una realtà superiore che corrisponde al nostro autentico e inalterabile Benessere. Senza mai perdere di vista il dovere di ciascuno di affrontare e risolvere nel migliore dei modi le problematiche che questa vita incarnata continuamente ci propone.
Lettura e commento di Vana Parva (Il Libro degli Insegnamenti della Selva) cap. 29-76