In un mondo in cui i punti di riferimento sono crollati, in cui le persone hanno perso fiducia nei religiosi, nei politici, in cui ogni certezza sembra essere travolta dal vortice del cambiamento, c’è un bisogno irrimandabile ed indispensabile di coordinate valide per mantenere la prua della nostra barca orientata verso lo scopo supremo: la felicità, l’evoluzione e la realizzazione spirituale.
Il Mahabharata ci offre una precisa visione del mondo, nitida e senza sbavature, seppure ricchissima d’innumerevoli sfumature. Il Mahabharata è importante per noi perché fa riferimento ad un ordine sovrano, un ordine cosmico che non cambia e non muta. Non una realtà tutta astrattamente spiritualistica, ma qualcosa cha ha a che fare anche con la natura, che la permea e ne struttura le leggi. Quest’ordine è il dharma.
Il Mahabharata descrive vette di saggezza ma anche tragedie, guerre, massacri, e ci conduce così a vedere la follia del genere umano; ci mette in guardia dai pericoli della cupidigia, dell’inganno, della spietatezza, dell’efferatezza. Dietro il tumulto della vita, attraversata dalle umane passioni, vi è un fil rouge che non si strappa mai: il filo del dharma, con il quale possiamo rilegare tutte le esperienze di una vita votata al successo. Perché il dharma è manifestazione di Dio e del suo universale amore.
Lettura e commento di Vana Parva (Il Libro degli Insegnamenti della Selva) cap. 261-299