Cerchiamo di essere umili, di non pretendere che l’immenso contenuto del Mahabharata possa essere costretto nei limiti della nostra psiche; di abbracciare tutto con la sola funzione logico-razionale.
Se non abbandoniamo quest’idea non potremo mai partecipare alla narrazione dell’opera.
Non vi sto chiedendo di diventare illogici o irrazionali, ma di predisporvi ad accogliere un linguaggio e un messaggio che ci sospingono verso la dimensione dello Spirito.
Questa è la parola alata della poesia, della metafora, dell’allegoria, che ci parla di una realtà che sfugge i limiti della nostra esperienza terrena.
“Ascoltando il Mahabharata” ci lancia una sfida: superare le barriere dei nostri pregiudizi e condizionamenti, individuali e collettivi, e aprirci ai valori eterni e metastorici che permeano l’intera opera. Valutiamo insieme ogni parola, soppesiamola, ma evitiamo i giudizi.
Perché il giudizio ci rinchiude nei nostri limiti e ci impedisce di ampliare il nostro orizzonte di senso.
Attraverso l’ascolto attento e paziente, molte tesserine si assommeranno una all’altra nella nostra consapevolezza, per andare a realizzare un mosaico unico e dal respiro monumentale, in cui ogni esperienza, pensiero, emozione e sentimento, troverà la sua giusta collocazione.